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Affitti sempre più cari e se fosse la Spagna ad insegnarci come calmierare i canoni?

Negli ultimi anni i prezzi degli affitti in Italia hanno registrato una crescita sostenuta(+3,4% nel 2024), con canoni mensili che continuano a salire, soprattutto nelle grandi città come Milano, Firenze e Roma. Se da un lato l’andamento al rialzo dei canoni ha spostato l'interesse verso le compravendite (grazie anche alla riduzione dei tassi sui mutui), dall'altro ha innescato una riflessione più ampia sul tema della sostenibilità abitativa. In questo scenario, un esempio interessante arriva dalla Spagna, in particolare dalla Catalogna, dove la legge sull'edilizia abitativa (Ley de Vivienda) ha contribuito a far calare i prezzi degli affitti. Uno degli obiettivi della legge è il controllo dei canoni di locazione nei mercati dichiarati «sotto stress». Le Comunità Autonome sono state così autorizzate a dichiarare «aree di mercato tese» tutte quelle zone in cui i prezzi sono particolarmente elevati rispetto ai redditi medi. A fronte di un calo dei prezzi degli atti da parte dei proprietari, la legge ha disposto diversi incentivi fiscali, come l'abbattimento dell'Irpef fino al 90% se il canone del nuovo contratto di locazione è più basso di oltre il 5% rispetto a quello precedentemente stipulato. La Catalogna è al momento l'unico governo regionale ad aver applicato il tetto ai prezzi degli affitti in140 comuni, tra cui Barcellona, una delle città iberiche più colpite da una crisi abitativa legata alla speculazione e al boom delle offerte di alloggi per turisti. Stando ai dati dell'Istituto catalano del territorio (Incasòl) nel solo primo anno di attuazione della norma, i prezzi sono calati in media di quasi il 4% nelle città catalane, portando il canone medio dai precedenti 911€ al mese  a 878 euro.